Archive for giugno 2009

Perchè Federazione Romanì?

Posted by amministratore su 24 giugno 2009

logo a colori federazione romanìIl 9 giugno c/a abbiamo condiviso la Federazione Romanì con  una funzione propria, con autonomia assolutamente incondizionata. Forse può essere la formula giusta, chi lo sà, staremo a vedere. Comunque, per comprendere il manifesto di questo movimento etnico-politico occorre prendere spunto dal simbolo, qui riprodotto, che ne riassume i contenuti e ne rappresenta la ragione.

Come si può vedere chiaramente, l’immagine selezionata ed estrapolata dalla simbologia zingara, è la ruota, o meglio una mezza ruota oggettiva + un’altra mezza ruota emblematica. Poi abbiamo delle ideografie, alcune più evidenti, altre meno. Perchè?

Decodificando…La ruota, per associazione di idee è sinonimo di circolarità, di dinamismo, di migrazione, di famigliarità, di falò, di universalità, ecc.. si presenta divisa in due semicerchi: tra  stilizzazione di un elemento riconoscibile e un ideogramma “caratteriale”. Cosa vogliono significare?

Il criterio comunicativo è piuttosto semplice, la ruota dimezzata non è in grado di assolvere alla sua funzione, per ovvi motivi non può girare;  essa rappresenta la posizione di stallo in cui versa la popolazione romanì oggi soprattutto in Italia.

Causa? Propabilmente la diversificazione tribale dei gruppi, rincarato dal dislivello culturale. A mio modesto parere l’intoppo si trova proprio qui. La sorgente da cui deriva il rifiuto della gerarchia scolastico- formativa, internamente alle comunità.

E allora, il moto perpetuo del simbolo della vita, se la vita è movimento, come suggellavano i Futuristi nei loro programmi ideologici, questa può riprendere il suo cammino solo a patto che l’altra metà della ruota venga creata, o meglio ri-costruita dalla coesione sociale e politica della popolazione romanì.

Se non si capisce questo, che siamo una stessa ed unica etnia, seppure germogliata in una ricchezza di gruppi e sotto gruppi con molti appellativi, non usciamo da uno stallo secolarizzato.

La storia insegna. I vari tentativi falliti da quarant’anni a questa parte di creare un organismo dal titolo Rom e Sinti insieme è sempre risultato un ossimoro, una contraddizione in termini. É come a dire l’Italia rappresentata dalla Sicilia e Sardegna Insieme. L’Italia è Una ed è rappresentativa di tutte le regioni.

Sinti e Rom insieme apre la ferita della disgregazione ancora più profondamente a una popolazione già debole.

In conclusione, invito tutti a riflettere su ciò, perchè la battaglia che vogliamo protrarre nel tempo vede tutti noi coinvolti nella medesima direzione: riconoscimento della minoranza, diritto al lavoro, diritto alla cultura propria, diritto a rivendicare le ingiustizie razziali e storiche, diritto alla rappresentanza, diritto all’eguaglianza, diritto alle pari opportunità, diritto alla vita e alla libertà.

Appello ai Rom e ai Sinti, aiutateci a far girare di nuovo la Grande Ruota.

Bruno Morelli – coordinatore della Federazione Romanì

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Il popolo romanò

Posted by amministratore su 11 giugno 2009

logo federazione rom 1Nel corso del 1° Congresso della Romani Union Internazionale svoltosi a Vienna a partire dal 8 aprile 1971 erano presenti rappresentanti  della popolazione Romanì di quasi tutti i paesi del mondo, vale a dire  che erano presenti sia Rom che Sinti. In questa occasione si è condiviso la bandiera della popolazione romanì, l’inno Gelem gelem, ed il nome Rom (romanì, romanò romanipè, ecc.)

Il mondo romanó oggi è costituito essenzialmente da cinque grandi comunità principali che a loro volta si distinguono in tanti sottogruppi con diverse tradizioni culturali: Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals.

Questi etnonimi significano essenzialmente uomo e, da un punto di vista generale, possono essere considerati, fra loro, sinonimi, ovvero Rom è l’etnonimo originario e tutti gli altri sono dei derivati.

Gli etnonimi Rom (sostantivo invariabile) e Roma (plurale di Rom) sono quelli più largamente usati fra le comunità romanès di tutto il mondo e derivano dal termine Ûom che designava nei territori persiani un gruppo etnico eterogeneo d’origine indiana.
Gli Sinti, singolare Sinto, deriverebbero il loro nome da Sindhi ovvero la popolazione che viveva nella regione del Sind a Nord ovest dell’India (oggi in Pakisthan). Quindi il termine Sinto è un toponimo (nome del luogo).

Sinti e Rom parlano il romanès ed è la ragion per cui i termini Sinto e Rom sono da considerarsi etnonimi che vanno considerati sinonimi, non vanno separati come se si trattasse di due popoli differenti.

È l’errore in cui incorrono molti che continuano a dividere la popolazione romaní convincendo gli stessi interessati che trattasi di due gruppi distinti.

I Kale o Cale (con o senza accento sono il plurale dei singolari Kalo o Calo) derivano il loro nome dall’aggettivo hindi kŠlŠ che significa nero.

I Kalé definivano neri se stessi per via del colore della pelle in contrasto con le popolazioni occidentali dalla pelle più chiara. Questo etnonimo deriva da Kalinga, nome di un gruppo etnico indiano.

Per Kale si intendono le comunità romanès della Finlandia e del Galles, mentre con Calo e Calão si designano rispettivamente le comunità romanès della Spagna e del Portogallo. In Brasile esistono gruppi romanès che si autodeterminano come Kalãos così come in Iraq e in Africa del Nord (Algeria) si designano come Kaulja.

I Manouches derivano il loro nome dal sànscrito manuÒ che significa uomo, essere umano. In molti dialetti della lingua romaní lo stesso termine, che si trova anche nella forma murÒ, significa anche marito.

I Manouches si trovano soprattutto in Francia meridionale mentre sono chiamati in Italia Sinti Piemontesi, a sottolineare il fatto che i Manouches sono fondamentalmente un sotto-gruppo degli Sinti e il loro romanès, del resto, molto affine e con molti imprestiti tedeschi, lo attesta.

I Romanichals o Romanichels che sono insediati soprattutto in Inghilterra (ma anche in Australia e in Nord America arrivati attraverso le deportazioni) derivano il loro nome da due termini romanès: romaní (aggettivo) e da un’oscura parola chals o chels che dovrebbe derivare dal romanès havo/have che significa figlio, figli, ma anche giovane, giovani.

La traduzione letterale sarebbe dunque i figli/giovani Rom.

In India vi sono gruppi che conservano le tracce esteriori delle comunità romanès: si tratta dei Gadulia Lohar, Lamani e Banjara, popolazioni seminomadi che possono essere considerate come comunità romanès rimaste in patria.

Una loro delegazione di Banjara è stata invitata al III Congresso Mondiale Romanò, svoltosi a Göttingen (Germania) nel 1981.

Nazzareno Guarnieri – Presidente Federazione romanì

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