Il 9 giugno c/a abbiamo condiviso la Federazione Romanì con una funzione propria, con autonomia assolutamente incondizionata. Forse può essere la formula giusta, chi lo sà, staremo a vedere. Comunque, per comprendere il manifesto di questo movimento etnico-politico occorre prendere spunto dal simbolo, qui riprodotto, che ne riassume i contenuti e ne rappresenta la ragione.
Come si può vedere chiaramente, l’immagine selezionata ed estrapolata dalla simbologia zingara, è la ruota, o meglio una mezza ruota oggettiva + un’altra mezza ruota emblematica. Poi abbiamo delle ideografie, alcune più evidenti, altre meno. Perchè?
Decodificando…La ruota, per associazione di idee è sinonimo di circolarità, di dinamismo, di migrazione, di famigliarità, di falò, di universalità, ecc.. si presenta divisa in due semicerchi: tra stilizzazione di un elemento riconoscibile e un ideogramma “caratteriale”. Cosa vogliono significare?
Il criterio comunicativo è piuttosto semplice, la ruota dimezzata non è in grado di assolvere alla sua funzione, per ovvi motivi non può girare; essa rappresenta la posizione di stallo in cui versa la popolazione romanì oggi soprattutto in Italia.
Causa? Propabilmente la diversificazione tribale dei gruppi, rincarato dal dislivello culturale. A mio modesto parere l’intoppo si trova proprio qui. La sorgente da cui deriva il rifiuto della gerarchia scolastico- formativa, internamente alle comunità.
E allora, il moto perpetuo del simbolo della vita, se la vita è movimento, come suggellavano i Futuristi nei loro programmi ideologici, questa può riprendere il suo cammino solo a patto che l’altra metà della ruota venga creata, o meglio ri-costruita dalla coesione sociale e politica della popolazione romanì.
Se non si capisce questo, che siamo una stessa ed unica etnia, seppure germogliata in una ricchezza di gruppi e sotto gruppi con molti appellativi, non usciamo da uno stallo secolarizzato.
La storia insegna. I vari tentativi falliti da quarant’anni a questa parte di creare un organismo dal titolo Rom e Sinti insieme è sempre risultato un ossimoro, una contraddizione in termini. É come a dire l’Italia rappresentata dalla Sicilia e Sardegna Insieme. L’Italia è Una ed è rappresentativa di tutte le regioni.
Sinti e Rom insieme apre la ferita della disgregazione ancora più profondamente a una popolazione già debole.
In conclusione, invito tutti a riflettere su ciò, perchè la battaglia che vogliamo protrarre nel tempo vede tutti noi coinvolti nella medesima direzione: riconoscimento della minoranza, diritto al lavoro, diritto alla cultura propria, diritto a rivendicare le ingiustizie razziali e storiche, diritto alla rappresentanza, diritto all’eguaglianza, diritto alle pari opportunità, diritto alla vita e alla libertà.
Appello ai Rom e ai Sinti, aiutateci a far girare di nuovo la Grande Ruota.
Bruno Morelli – coordinatore della Federazione Romanì
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